La fisioterapia dopo ictus è un argomento delicato quanto importante. Negli ultimi decenni abbiamo assistito a numerose scoperte scientifiche ed innovazioni tecnologiche che ci hanno permesso di approfondire il ruolo del cervello e dei processi cognitivi nel movimento e nel comportamento dell’uomo. Quando un ictus determina una lesione dei due emisferi cerebrali ci troviamo di fronte a visibili disturbi del movimento: Emiparesi o Emiplegia. Quello che però rimane meno tangibile del paziente con emiparesi sono i disturbi cognitivi e della percezione che sono il risultato del danno cerebrale. Infatti la paresi è un aspetto visibile e misurabile come del resto la spasticità che spesso l’accompagna, mentre le alterazioni cognitive e percettive che nonostante siano fondamentali ai fini della costruzione del movimento rimangono meno rilevabili e per questo assistiamo tutti i giorni alla difficoltà della fisioterapia dopo ictus di affrontarle in modo adeguato per ottenere il miglior recupero. Il movimento, il linguaggio ed il comportamento in generale sono associabili alla punta dell’iceberg visibile sotto la quale però si trovano le funzioni cerebrali che ne permettono l’espressione. Per questo motivo nella fisioterapia dopo ictus è fondamentale distinguere intanto l’emiparesi sinistra dall’emiparesi destra; proprio per la specializzazione dei due emisferi cerebrali che determineranno una diversa alterazione cognitiva in seguito ad ictus.
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